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Una luce comunitaria per i villaggi del Mali: “Foroba Yelen” al Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria

Fino al 22 settembre sarà visitabile al Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria una mostra fotografica che documenta la storia di un’opera di arte contemporanea celebrata con il FAD Award di Barcellona, al MoMA di New York, al Biosphere di Montreal… ma che soprattutto ha contribuito a migliorare la vita degli abitanti di 72 villaggi del Mali intorno alla capitale Bamako.

Parliamo del Foroba Yelen, in bambara “luce comunitaria”: un telaio telescopico in tubi idraulici, una ruota da bicicletta, una batteria da moto, e una lampada. A prima vista può sembrare una trovata raffazzonata per avere un po’ di luce in più, ma l’idea dell’architetto perugino Matteo Ferroni risponde a una precisa esigenza degli abitanti dei villaggi in cui sono stati portati i primi esemplari del suo progetto, e di tanti villaggi nelle stesse condizioni: avere una fonte di luce che sia anche “spazio sociale”, come sono gli alberi sotto la cui ombra si riuniscono gli abitanti dei villaggi.

Il caldo tipico delle giornate a quelle latitudini costringe spesso i lavoratori, o gli studenti, a portare avanti le loro attività dopo il calare del sole, quando la temperatura si fa più clemente; col caldo, però, diminuisce gradualmente anche la luce, lasciando come posti utili i (non abbastanza numerosi) lampioni fissi ai margini delle strade. Con il Foroba Yelen, invece, chiunque voglia ha a disposizione una fonte di luce portatile, che consenta di lavorare ovunque ci si trovi, e indirettamente di dare risalto al proprio lavoro attraverso l’illuminazione dell’attività.

Matteo Ferroni con il Foroba Yelen - credit: Matteo Ferroni
Matteo Ferroni con il Foroba Yelen – credit: Matteo Ferroni

La realizzazione abbastanza semplice di questo lampione portatile porta inoltre un altro vantaggio: un qualsiasi artigiano può costruirne uno con facilità. E sono stati infatti proprio gli artigiani, che della realtà locale hanno il polso e si fanno portavoci, ad essere stati interpellati durante l’ideazione del progetto. Quello che è più difficile reperire, vista la disponibilità delle componenti base, è in realtà solo l’elettricità utile per le saldature.

Con il Foroba Yelen non possiamo parlare solo di design o di tecnologia, avendo avuto anche l’etnografia e lo studio antropologico una parte importante nella sua realizzazione: come dice lo stesso autore, la luce è anche “un fenomeno culturale più che una sfida tecnologica, alla ricerca di armonia tra l’utensile, la cultura e la natura”. Da qui l’essenza di questa “luce di comunità”, pensata e realizzata non solo per venire incontro alla praticità, ma anche per valorizzare i tratti distintivi tanto del lavoro che della vita di comunità.


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