Umbria: dati sulla presenza degli stranieri nel territorio

Al 31 dicembre 2020 gli stranieri residenti in Umbria erano 91.875, di cui il 55,1% donne. Nel corso dell’anno il loro numero è diminuito dello 0,6%.
L’Umbria, con un’incidenza di stranieri sul totale dei residenti pari all’10,6%, vede un’incidenza di due punti superiore rispetto alla media nazionale, dell’8,5%.

Nel 2020 si è registrato un calo nel numero totale della popolazione straniera residente, -0,5%. Ciò è stato determinato dal saldo tra nuovi nati (901) e i decessi (175). Ad incidere particolarmente sul decremento è stata la diminuzione del saldo migratorio con l’estero (+2.754) a causa delle misure di contenimento e prevenzione della Pandemia Covid-19. Le iscrizioni e le cancellazioni anagrafiche da e per l’estero sono diminuite rispettivamente del 30,4% e 44,4%.

A livello provinciale, i cittadini stranieri hanno un’incidenza sul totale dei residenti superiore alla media regionale italiana, pari al 10,8%. La loro distribuzione è maggiormente concentrata nella provincia di Perugia, dove risiedono in 69.459 per il 75,6% del totale regionale; in calo rispetto l’anno precedente 2019, -0,5%. Nella provincia di Terni i residenti stranieri sono 22.847, con un calo annuale del -0,9%.

La ripartizione dei residenti stranieri per cittadinanza presenta poche differenze rispetto allo scorso anno, con i romeni che rappresentano il 27,0% del totale, seguiti da albanesi (12,5,0%) e marocchini (10,0%). A livello continentale il 61% dei residenti stranieri proviene dal continente europeo (tra cui il 34,2% da un paese Ue), circa un quinto dall’Africa (20,4%) e poco più di un decimo dall’Asia (10,3%).

Alla fine del 2020, i non comunitari regolarmente soggiornanti in regione sono 55.323, registrando un calo di circa il 5.000 unità rispetto l’anno precedente. Il calo ha interessato sia i titolari di un permesso di lungo periodo (-1.034, i quali rappresentano il 65,4% del totale), sia in misura più ampia i titolari di permesso a termine (-4.059).

Tra i detentori di un permesso a termine, risultano in diminuzione tutte le principali categorie di permesso: i soggiornanti per motivi di lavoro (-1.407, rappresentanti un quinto del totale: 20,9%), per motivi di famiglia (-1.353, il 60,9%), per motivi di studio (-213, il 5%) e per protezione internazionale ed ex umanitaria (-871, il 10,4%).

Ad incidere sul calo dei soggiornanti a termine è stata anche la contrazione dei nuovi ingressi nell’anno, dovuta principalmente alle misure di contenimento della pandemia che hanno visto la chiusura delle frontiere e l’imposizione di misure di limitazioni alla mobilità internazionale. I permessi rilasciati per la prima volta nel 2020 sono diminuiti complessivamente a 1.463 unità, risultando quasi dimezzati rispetto all’anno precedente (42,3%). Il calo ha interessato soprattutto i permessi per motivi di famiglia (scesi a 745, -37,5%) e per lavoro (60, -65,3%). Sono risultati in calo, anche se in misura meno accentuata, i permessi per protezione internazionale ed ex umanitaria (191, -47,8%) e per studio (341, -49,1%).

Per quanto riguarda l’accoglienza, i migranti ospitati nei centri di accoglienza regionali a fine 2020 contavano 1.289 presenze, in calo del 13,4% rispetto l’anno precedente. Del totale, la quota minoritaria è ospitata nella rete Sai- Sistema di accoglienza e integrazione (ex rete Siproimi), la maggioranza invece si trova in centro di accoglienza straordinaria – CAS, il 74%.

A fronte della maggioranza di permessi di soggiorno rilasciati per motivi familiari si struttura in maniera sempre più consolidata la presenza di studenti stranieri e di seconde generazioni all’interno del sistema scolastico regionale. Per l’anno 2019/2020 gli studenti stranieri sono risultati 16.577, circa il 13,9% dell’intera popolazione scolastica. Di questi, la maggior parte (il 70,4%) sono nati in Italia; la percentuale è infatti più elevata per le scuole d’infanzia e di primo grado, rispettivamente 86,2% e 80%.


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