To QUEE, l’ironia che ha conquistato l’Umbria

Oggi incontriamo Charly, artista poliedrico, diventato in poco tempo un volto conosciuto sui social con la sua pagina’ To QUEE’. Con migliaia di followers su Facebook  i video di ‘To QUEE’ toccano con l’ironia le corde più intime dell’Umbria multietnica e non solo.


Charly, com’è nata l’idea della pagina ‘To QUEE’?

Beh, diciamo che da un semplice sketch è nata una situazione virale, e da lì la pagina To QUEE – scritto in forma inglese – che in dialetto perugino indica un luogo, vuol dire ‘qui’.

Come ti è venuta l’idea di uno sketch?

E’ venuta fuori in maniera naturale, ci si scherza un po’ sulle situazioni per sdrammatizzare e togliere il peso dei fatti in se per sé. Il tutto ha avuto inizio da una battuta nata per dinamiche di lavoro, una lavatrice che dovevamo sistemare. Diciamo che lavorando nel sociale, per molto tempo sono stato a contatto con ragazzi che venivano da situazioni particolari, fra cui i richiedenti asilo. Ho conosciuto tante storie, e diverse sfaccettature del carattere delle persone.

Hai trovato un legame fra queste storie e la tua?

Sicuramente molte similitudini. E’ sempre uno spostarsi da un mondo ad un altro. Vivere se stessi e le proprie origini in un luogo diverso, con tutta un’altra cultura. Ma fra me e loro è stata la tempistica ad essere differente e questo cambia tutto il seguito. Mentre io il passaggio dal Congo all’Italia l’ho fatto da piccolo, quando ancora era possibile, senza troppa fatica, sfumare quello che è inconsciamente un trauma. Per chi arriva già grande, diventa più difficile trovare la propria dimensione, un punto di collegamento…

E… integrarsi?

Sì. E soprattutto è il momento storico ad essere cambiato. Prima l’immigrazione era vissuta come una scoperta, con molta più curiosità. Adesso purtroppo si subisce – anche fin troppo – questa situazione che si è creata, e così si finisce per lasciarsi sfuggire la scoperta di mondi diversi dal proprio e soprattutto la conoscenza delle esperienze di chi viene da lontano, e può arricchire.

Parlaci un po’ delle reazioni che hai provocato con il tuo primo video…

La risposta è stata sorprendente! Dopo i primi video le persone hanno iniziato a fermarmi per strada, a farmi i complimenti, per i contenuti, per l’idea in sé e per sé. Ed era tutt’altro che scontato vista la delicatezza delle tematiche. Forse la cosa che ho sottovaluto è stata proprio questa: avendolo espresso in maniera naturale, ho sottovalutato quello che poteva essere recepito.

Il messaggio, invece, è arrivato molto più forte di quello che avrei mai creduto. Pensavo di essere riuscito a camuffare la riflessione che c’è dietro. Paradossalmente questo è venuto fuori in maniera più veemente. Insomma, sono passato dal portare una risata a ‘filosofo’. Filosofo della risata.

Pensi di ricavare qualcosa di più da questa esperienza? Quali sono i tuoi progetti futuri?

Avevo già in cantiere delle idee e alcune potrebbero interagire con To QUEE. Sto lavorando su una web serie che in realtà non prevedeva espressioni in dialetto, pur avendo sempre sfaccettature per così dire “politicamente scorrette”. Ora invece ritengo che non sarebbe male, di tanto in tanto, inserire anche qualcuna delle scene che hanno caratterizzato i video.

Sto sperimentando la maniera di unire tutti i miei interessi, tra cui in parallelo c’è anche il progetto musicale, la stesura di un disco e di brani che toccano il tema delle diversità, l’incontro di mondi lontani, e più in generale la vita di un po’ tutti noi. Sono un mix di culture che rappresento in egual modo, e questo forse mi colloca in una posizione da cui è possibile tirare un po’ più la corda su certe tematiche. E dall’esasperazione che si respira in questo periodo, nel mio piccolo spero di contribuire a trasmettere un po’ di positività.

Grazie Charly, e in bocca al lupo per i tuoi prossimi progetti.

Puoi seguire la pagina su FB, su Instagram segui @toqueeofficial.

 


Pubblicato

in

da

Commenti

Lascia un commento