Terni: pulizia della città… “Re Take Terni”

Mettete insieme un gruppo di liberi cittadini volenterosi che, circa un anno fa, hanno dato vita un’esperienza di pulizia dai rifiuti di alcune aree verdi della città di Terni (Mi Rifiuto), unitelo a un “movimento di cittadini, no-profit e apartitico, impegnato nella lotta contro il degrado, nella valorizzazione dei beni pubblici e nella diffusione del senso civico sul territorio” (re-Take), e aggiungete al tutti i ragazzi richiedenti asilo e/o titolari di protezione internazionale ospiti nei progetti di accoglienza Arci. Ora agitate bene e mescolate. Il risultato lo hanno potuto ammirare tutti nei giorni scorsi a Terni, dove tutti insieme i volontari del gruppo “Mi Rifiuto”, quelli di “Re Take Terni” e i ragazzi ospiti dei progetti Arci, minori compresi, si sono resi protagonisti della pulizia di una storica zona operaia della città di Terni, quella di via del Lanificio e via del Raggio Vecchio.

La zona, un vecchio e celebre insediamento popolare cittadino, sede del primo esempio di edilizia di fabbrica a Terni (il Palazzone), da diverso tempo è il parcheggio abituale di rifiuti di ogni tipo, abbandonati perlopiù in un’area verde del quartiere molto frequentata da bambini e anziani.

Per questo è stata fatta oggetto di un intervento di pulizia da parte dei volontari ambientalisti che, come sempre, si aspettavano di poter contare solo sulle loro forze, non considerando che in quel quartiere sorge anche la sede principale di Arci Terni.

Così, un nutrito gruppo di migranti si è unito ai lavori di pulizia del luogo, mostrando in tutta la sua portata il significato di zona popolare: ovvero, un pezzo di città letteralmente “dei popoli”. Di tutti i popoli che abitano, vivono e attraversano questi luoghi un tempo esclusivo appannaggio delle classi lavoratrici.

I sacchi di spazzatura raccolti sono stati decine, riempiti di vetro, plastica, carta, sedie, elettrodomestici, mobilia, rifiuti sanitari, pezzi di automobili. E l’area è tornata a livelli di pulizia che non si vedevano da molto tempo, con gli abitanti della zona che hanno avuto modo di sperimentare il senso più nobile e profondo di ciò che chiamiamo “integrazione”.


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