Il Festival Sabir giunge alla sua sesta edizione, dopo quelle tenutesi a Lampedusa (1-5 ottobre 2014), a Pozzallo (11-15 maggio 2016), a Siracusa (11-14 Maggio 2017) e Palermo (11-14 ottobre 2018) e Lecce (16-19 maggio 2019). Un luogo di condivisione, scambio e proposta, che ha dato voce alle associazioni, ai movimenti e alle organizzazioni sociali del Mediterraneo, inteso come spazio comune delle dinamiche economiche, politiche e sociali dell’Europa, dell’Africa e del Medio Oriente.
La pandemia di Covid-19 ha sconvolto l’intero pianeta, le nostre vite, la mobilità, il nostro rapporto con gli altri. Ma anche i programmi di molti eventi pubblici, occasioni di svago o di approfondimento: pensiamo a concerti e spettacoli in tutta Italia, agli eventi pensati per la “Settimana contro il Razzismo” dell’UNAR, oppure, rimanendo solo a Perugia, a due istituzioni come Umbria Jazz e il Festival del Giornalismo, che hanno dovuto giocoforza essere cancellati per l’anno 2020.
Gli organizzatori del Festival Sibir, consapevoli che le tematiche da toccare nel festival fossero troppo importanti per non poterne parlare in una qualsiasi forma (e supponiamo grazie al tempo trascorso dall’inizio della pandemia, tre mesi che avranno dato modo di pensare ad una riorganizzazione) hanno invece fatto una scelta diversa, con un cambiamento di modalità, che porterà l’intera manifestazione a spostarsi online, ed in parte anche di temi da affrontare, con una forte presenza di panel che avranno proprio la pandemia e le sue conseguenze come spunto di riflessione.
Nel sito dedicato alla manifestazione si può trovare il programma completo: è una programmazione molto ricca ed interessante, quasi completamente incentrata su vari aspetti delle migrazioni e della vita degli stranieri in Italia, dal punto di vista legale a quello politico internazionale, dalla povertà educativa all’hate speech, dal caporalato agli strumenti digitali.
Tutti i panel saranno trasmessi anche in diretta Facebook, presumibilmente però senza la possibilità di fare domande ai panelist; per partecipare più attivamente, c’è la possibilità di registrarsi ad ogni singolo incontro con i link appositi in modo da potersi collegare alla trasmissione del panel via Zoom.
Il Festival diffuso delle Culture Mediterranee è promosso da ARCI, insieme a ACLI, Caritas Italiana e CGIL, in collaborazione con A Buon Diritto, ASGI e Carta di Roma, con la presenza di reti e soggetti internazionali e con il patrocinio della Regione Puglia e della Città di Lecce
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