Il 27 ottobre scorso è stato presentato a Perugia, presso palazzo Donini, il Dossier Immigrazione 2017. Abbiamo deciso di dedicare un approfondimento al capitolo umbro del Report annuale, di cui sono stati redattori Eleonora Bigi, Responsabile della Sezione Immigrazione, protezione internazionale, promozione della cultura della pace e giovani, e Francesco Francescaglia.
“Quello che abbiamo cercato di fare io e il mio collega nel capitolo umbro del Dossier, è stato provare a fare una narrazione diversa dei processi migratori che coinvolgono l’Umbria” ha detto Eleonora Bigi durante il suo intervento a Palazzo Donini.
I dati statistici sulla base dei quali sono state scritte le pagine del Dossier relative alla nostra regione non solo forniscono una fotografia della situazione attuale, ma sono elementi essenziali per formulare indirizzi politici e soluzioni lungimiranti, svincolate dalle logica dell’emergenza. L’elaborazione di questi dati ha permesso ai redattori regionali di fare alcune considerazioni anche rispetto al modello umbro di accoglienza diffusa, che si è dimostrato in grado di reggere allo stress dei continui arrivi.
Ma procediamo con ordine.
Quali sono le caratteristiche demografiche della popolazione di origine straniera in Umbria?
I dati Istat ci dicono che a fine 2016 la presenza degli immigrati in Umbria è diminuita di un punto percentuale. Infatti, se l’anno scorso si registravano 96.875 residenti stranieri, ad oggi se ne contano 95.935. Questo calo demografico dipende, in buona parte, da un fattore positivo: le acquisizioni della cittadinanza. Quest’anno sono stati, infatti, 3.888 i nuovi cittadini italiani che risiedono sul territorio e questo dato rivela che, nella regione, l’immigrazione è un fenomeno a tutti gli effetti strutturale. L’incidenza della popolazione immigrata continua comunque a restare alta e superiore alla media italiana: rappresenta il 10,8% dei residenti in regione, al 2016, contro l’8,3% a livello nazionale.
Da dove provengono i cittadini stranieri che risiedono in Umbria?
Al primo posto, tra i paesi di provenienza, troviamo la Romania da cui provengono 26.216 residenti. Al secondo e terzo posto, invece, Albania (13.924 residenti) e Marocco (9.515 residenti). La restante parte della popolazione straniera viene da Ucraina, Macedonia, Ecuador, Moldavia, Cina, Polonia e Filippine.
Quanti di loro risiedono stabilmente in Umbria?
I residenti stranieri non comunitari in Umbria sono 60.829. Di questi il 67,7% è titolare di un permesso di soggiorno di lungo periodo.
Per quanto riguarda, invece, i permessi a termine rispetto al totale della popolazione immigrata, dal Dossier risultano ripartiti in queste percentuali:
- Permessi per protezione internazionale: 10,6%
- Permessi per lavoro: 33,7%
- Permessi ottenuti per motivi legati alla famiglia: 46,6%
- Permessi ottenuti per motivi di studio: 6,3%
I dati ci dicono che sono titolari di permessi di soggiorno soprattutto persone comprese tra i 18 e i 44 anni (49,2%), mentre i titolari minorenni rappresentano il 22,3%.
In generale, il 41,4% dei titolari di un permesso di soggiorno sono giovani under 30 e questo è un dato importante, perché ci invita a riflettere sulla questione delle cosiddette seconde generazioni di immigrati e sulla possibilità di riconoscere loro una piena cittadinanza. La maggior parte di questi giovani, infatti, sono nati in Italia e, come si legge nel Report, “rappresentano la generazione ponte che sta costruendo il passaggio tra i primo-migranti e le generazioni successive”. Questi giovani hanno spesso hanno sperimentato su di sé il peso del retroterra familiare, le differenze di genere, a volte il disagio nell’esperienza scolastica, il complicato percorso di costruzione dell’identità nella società ospitante. In questa prospettiva, quindi, la sfida si gioca sulle possibilità di riconoscere a questi giovani una piena cittadinanza in funzione di positivi, futuri esiti di arricchimento reciproco e convivenza civile. La Regione Umbria riconosce a questo tema particolare rilevanza, con l’approvazione della legge regionale 1/2016 sulle politiche giovanili, grazie alla quale anche agli stranieri e ai sedicenni viene riconosciuto tanto il diritto di voto ai referendum consultivi regionali, quanto quello di promuovere petizioni e di prendere parte alle consultazioni.
Come funziona il sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati?
Gli ultimi dati di cui disponiamo sul sistema di accoglienza in Umbria risalgono a marzo 2017 e ci dicono che in Umbria sono presenti 3.027 tra richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, che equivale al 2% di presenze rispetto al totale nazionale.
Dal Dossier risulta che attualmente i Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas) costituiscono la modalità ordinaria di accoglienza umbra, poiché sono solo 423 le persone che al momento sono state accolte in progetti del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar) .
I comuni coinvolti nel sistema di accoglienza, in Umbria, sono ancora pochi, pertanto la quota Sprar di persone migranti assegnata all’ Umbria –ovvero l’1,8% – è ancora lontana dall’essere coperta. Stando ai dati di gennaio 2017, in provincia di Perugia, sono 32 comuni su 59 ad aderire a questi progetti; a Terni, invece, sono solo 16 su 33, sebbene, dal 2014 ad oggi, siano diversi i comuni che hanno attivato progetti di accoglienza. Secondo quanto riportato nel Report, da soli 7 progetti nel 2014 si è arrivati a 15 – di cui solo 3 rivolti a minori stranieri non accompagnati – e 11 comuni coinvolti. Ma si tratta di numeri ancora insufficienti, se si pensa al dato, dall’incidenza irrisoria dal punto di vista demografico, di 3,4 migranti – con diritto all’accoglienza – ogni 1000 residenti.
Di particolare rilevanza per i richiedenti asilo che risiedono nella regione con un regolare permesso, essere messi davvero in condizione di acquisire competenze spendibili, per poi poterle usare un giorno quando godranno di una protezione internazionale o nel loro paese di origine. “Quella cooperazione di cui sentiamo tanto parlare oggi potrebbe partire da qui”, ha affermato Bigi.
Cosa dicono i dati sul mondo del lavoro?
Facendo riferimento ai dati Inail, il Report analizza la situazione del mercato occupazionale umbro, in relazione alla presenza straniera. Da queste statistiche, risulta che sono 44.933 gli occupati nati all’estero – il 57,7% dei quali sono maschi – ovvero il 16,8% della popolazione sul territorio. Il 12,2% degli occupati lavora nell’agricoltura, il 32,7% nell’industria – e questi sono dati superiori alla media italiana – e il 48,5% nei servizi. Per quanto riguarda, invece, le imprese straniere in Umbria – per imprese straniere s’intende quelle condotte a maggioranza o a titolo individuale da imprenditori nati all’estero – sono attualmente 8.277, che equivale all’8,7% del totale delle imprese in regione ed è un dato inferiore alla media nazionale, anche se rispetto all’anno precedente queste imprese sono aumentate del 2,3%.
Quali sono le iniziative intraprese dalla Regione per rispondere ai nuovi bisogni, legati ai flussi migratori?
L’Umbria ha adottato un approccio multidimensionale per gestire le possibilità e le sfide portate alla luce dalla questione migratoria, anche grazie all’accesso a fondi europei del Fondo asilo migrazione e integrazione (FAMI) che hanno permesso di avanzare proposte e sperimentare iniziative e soluzioni innovative.
Coinvolgendo istituzioni scolastiche, comuni, organismi del privato sociale e il mondo dell’associazionismo, sono stati attivati progetti rivolti all’aggiornamento degli operatori dei servizi pubblici, al miglioramento dei servizi territoriali al fine di rispondere al meglio alle esigenze della popolazione immigrata, al contrasto dell’abbandono scolastico, alla formazione linguistica e civica dei cittadini immigrati adulti, al contrasto di forme di discriminazione, alla diffusione di un’informazione corretta e consapevole sull’immigrazione.
Di seguito, alcuni dei progetti e delle iniziative promosse, in questo senso, dalla Regione:
Umbria Integra – Comunicare una regione inclusiva
Net.Work – Rete Antidiscriminazione
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