Un momento di incontro a lungo atteso, quello tenutosi il 30 novembre scorso nella Biblioteca comunale di Umbertide per la presentazione del Protocollo di intesa stipulato tra la Prefettura, l’Associazione “Centro culturale islamico” e l’Amministrazione locale.
Tanti i rappresentanti delle istituzioni intervenuti, davanti ad una sala strapiena ed emozionata, a suggellare un momento importante per la comunità musulmana che da decenni vive nella cittadina altotiberina, ma anche per la regione umbra. L’incontro è stata occasione per ufficializzare il via libera alla costruzione della nuova sede della locale moschea, dopo un percorso travagliato, e per presentare, sul modello del “Patto Nazionale per un Islam Italiano” stipulato a febbraio fra il Ministro Minniti e undici associazioni culturali islamiche, il Protocollo locale che coinvolge più comuni del territorio, che intende incoraggiare l’integrazione “salvaguardando la sicurezza dei cittadini” così come ricordato dal Prefetto di Perugia Raffaele Cannizzaro.
Il Sindaco di Umbertide Marco Locchi fa riferimento ad “un punto di arrivo del lavoro fatto sul territorio” e esprime soddisfazione per come questa intesa possa rappresentare una “spinta per rafforzare il dialogo e la collaborazione”. Diverse le personalità politiche locali presenti, fra cui il Sottosegretario al Ministero degli Interni Gianpiero Bocci e la Presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria Donatella Porzi. Tutti convinti dell’importanza del dialogo come opportunità per la conoscenza e il rispetto reciproco e forti oppositori delle strumentalizzazioni sul tema.
Molto sentito l’intervento del Presidente dell’Associazione “Centro culturale islamico di Umbertide” e Imam della locale moschea Chafiq El Oquayly che ha sottolineato “la necessità di far uscire l’Islam dall’eccezionalismo e di ricollocarlo in una posizione di normalità”, un gruppo di fedeli che esercita la propria libertà di culto così come previsto dalla Costituzione italiana. Durante la serata, non è mancata anche una nota polemica sul sermone che, a quanto previsto dal Protocollo, dovrà essere consegnato alla Prefettura, tradotto in lingua italiana, due giorni prima di essere pronunciato dall’Imam durante la preghiera del venerdì. “Una misura che nel mio Paese sarebbe senz’altro incostituzionale” ha tenuto a precisare l’Ambasciatore del Marocco in Italia, Hassan Abouyoub, che ha anche però voluto ricordare la storia dell’immigrazione marocchina nel nostro paese e la grande generosità del popolo italiano.
Passi in avanti si compiono dunque nella direzione del riconoscimento di un diritto fondamentale e segnano l’impegno dell’Umbria sull’integrazione di tutte le comunità che lo abitano.
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