“Molte volte, quando entriamo in classe, ci chiediamo se veramente conosciamo i nostri ragazzi, se sappiamo fino in fondo quali progetti di vita li animano e li spingono ad andare avanti ad affrontare le numerose difficoltà che incontrano lasciando il loro Paese, le loro famiglie e i loro affetti.
Ma intenzionalmente abbiamo scelto di puntare sulla propositività, sull’essere assertivi, sulle speranze di chi si sposta come le nuvole, carico di sogni. Il distacco e la sofferenza che spesso implica vogliamo lasciarli alle spalle, coltivando un progetto per il futuro e aiutandoli ad affermarsi come persone che hanno voglia di raccontare e di raccontarsi.” Giorgio Rini, Docente CPIA Terni
Il Blog Nuvole di Sogni, è un progetto del CPIA di Terni nato nell’ambito di un corso di lingua italiana dedicato ai minori stranieri. Le iniziative all’interno delle scuole sono fondamentali per costruire una società più coesa: abbiamo voluto saperne di più intervistando il professor Giorgio Rini.
Come è nata l’idea di un blog dedicato ai minori stranieri?
L’idea del blog è nata nell’ambito delle attività didattiche del CPIA di Terni e in particolare di un corso di lingua italiana dedicato proprio ai minori. Abbiamo voluto dedicare un corso specifico che raggruppa tutti i minori (fra i quali anche i minori stranieri non accompagnati). Tutto ciò corrisponde all’esigenza di garantire un adeguato processo di socializzazione fra ragazzi della stessa età, le cui dinamiche sono in generale differenti rispetto a quelle che caratterizzano gli adulti. Allo stesso tempo questo nostro corso denominato “accoglienza” vuole seguire un percorso didattico che per certi versi si discosta da quello dei corsi per gli adulti, essendo improntato alla volontà di dare ai ragazzi la possibilità di costruire un senso di identità basato su progetti di vita. L’obiettivo è anche quello di “ricostruire” dopo i cambiamenti culturali che il loro lasciare il Paese di origine e il loro arrivo in Italia comportano.
Può descriverci brevemente le sezioni del Blog?
Il blog “Nuvole di sogni” si snoda attraverso differenti sezioni, accomunate dal filo conduttore del percorso di vita dei ragazzi. Abbiamo realizzato una sezione “ricordi” dedicata alla descrizione della loro infanzia, per dare un senso di continuità rispetto al passato e poi una sezione “progetti di vita”, in cui i ragazzi hanno raccontato dei loro sogni e delle loro aspettative, di ciò che vorrebbero essere da grandi. Ci sono anche sezioni che riguardano l’opportunità di dare nuovo significato alla loro esperienza culturale in Italia, come “mi piace l’Italia”, e “cucina tipica”, per avviare un confronto interculturale fra il loro Paese e il nostro a partire proprio dalle abitudini culinarie.
Il blog si chiama ‘Nuvole di sogni’ un nome che fa pensare alla mobilità che caratterizza le nuvole leggere…nuvole cariche di sogni?
Il nome del blog chiaramente non è stato scelto a caso. Nuvole rimanda allo spostarsi, al passaggio, al muoversi, all’avvicendarsi lungo un percorso di culture differenti e di crescita allo stesso tempo. Inoltre allude alla spensieratezza dei giovani che tali dovrebbe restare, nonostante il loro viaggio spesso pieno di
difficoltà. È anche un augurio, perché tutto ciò possa accadere, perché insistere sulle speranze e sui sogni, sui progetti di vita possa essere fonte di una nuova consapevolezza, di opportunità di guardare con occhi diversi il futuro, non solo per loro, ma anche per noi adulti che abbiamo il compito di contribuire a formare la società di domani.
Cosa spinge un docente a dedicarsi a questo progetto?
Noi docenti abbiamo il difficile (ma allo stesso tempo straordinario) compito di educare le nuove generazioni. Ritengo di essere spinto non solo da un dovere istituzionale che il mio ruolo comporta, ma anche come persona animata da un senso di “giustizia sociale”, da una volontà di dare il mio contributo personale e impegnato alla costruzione di una società che sappia cogliere le opportunità che il confronto culturale può dare per arricchirsi.
L’Italia attuale sembra essere tornata indietro, rinnegando la cultura dell’accoglienza che l’ha sempre contraddistinta. Quale il ruolo e gli strumenti della scuola per promuovere l’integrazione e il rispetto delle diversità?
La scuola ha molti strumenti per agire in questo senso. Lo stare insieme, il confrontarsi, il discutere, l’impegnarsi, l’apprendere: sono tutti mezzi che la scuola ha a disposizione per affermare quel senso spesso di riscatto e di integrazione che molte volte passano in secondo piano. Non dimentichiamo che, a mio parare, la nuova sfida dell’oggi come di domani è quella della realizzazione di una società multiculturale, in cui il confronto non dovrebbe essere fonte di “paure irrazionali”, che ci spingono ad allontanarci, ma un’occasione per sentirci più cittadini del mondo, in quanto portatori di valori universali. Il mondo è di tutti e, secondo me, la scuola in questo senso può svolgere una vera e propria “azione terapeutica”, realizzando setting specifici che passano attraverso l’apprendimento.
Grazie a Giorgio Rini per la sua disponibilità.
** Le immagini in questo articolo appartengono alla sezione del blog “la vita a colori”. Si tratta di disegni che gli stessi studenti hanno realizzato e che mostrano tutta la loro creatività, altro strumento importante per la costruzione di un Sé consapevole. Anche i loro disegni sono portatori di sogni e di speranze di integrazione.
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