La Perugia di Samba

Samba intreccia fili colorati che ora non trova più a Perugia. Un po’ di tempo fa avrebbe potuto trovarli da ‘Conti’, storica merceria perugina, ora chiusa.

É cittadino senegalese proveniente dalla regione della Casamance; parte meridionale compresa fra i territori del Gambia e della Guinea-Bissau, estesa sul bacino idrografico del fiume omonimo*.

Il 2016 è stato un anno importante per lui. Dal Senegal, Samba è andato prima in Gambia poi in Mauritania, in bus è arrivato in Mali, per poi andare in Burkina Faso e Niger. In Niger si è riposato quattro giorni e poi via, in macchina in Libia, dove si imbarcato per l’Italia. La prima terra che hanno toccato i suoi piedi è la Sicilia. Poi l’Umbria, dove ora è ricorrente in attesa del parere della Commissione territoriale sulla sua richiesta di asilo.

In Mauritania, paese dove il settore della pesca è molto florido, ha lavorato otto mesi come pescatore. Il mestiere l’aveva imparato in famiglia, dove tutti fanno questo lavoro.

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Da quando è arrivato a Perugia, ha iniziato a frequentare la scuola di italiano e un corso da saldatore. Ha fatto il cuoco e attualmente lavora nella cucina di un ristorante cinese di Perugia. Dove la cucina ‘è più facile’ di quella italiana, ci fa notare. Non c’è bisogno di essere chef.

A Perugia si dedica al teatro. Canta e recita nella sua lingua madre, Mandinga. Ascolta Baby K, Akon e Rihanna. Il laboratorio teatrale a cui partecipa gli permette di esprimersi, conoscere persone e sperimentarsi. Ci dice che la sua cultura riesce ad emergere quando recita.

Oggi il suo piatto preferito è la piazza marinara. Semplice ma caratteristica. In Senegal invece il Ceebu Yen, un piatto a base di riso, pesce e verdure. Le sue giornate sono scandite dal lavoro, mattina e sera ma anche dalle chiamate alla famiglia, che sente almeno una volta al giorno.

Samba è arrivato solo. Gli ci sono voluti un anno e sette mesi – precisa – per trovare un vero lavoro in Italia.

Ci dice che Perugia è cambiata da quando lui è arrivato. Le persone erano diverse. Gli chiediamo di dirci qualche parola in più, e allora specifica che “i perugini non vogliono quelli che “dérangent beaucoup” – disturbano molto  o che “rubano, si comportano male”. Annuiamo e passiamo oltre.

Lo ringraziamo per averci raccontato un po’ della sua vita, e lo salutiamo come si saluta in Senegal: SalaamAlaikum.

 

*La zona di Casamance è caratterizzata dalla presenza di vari gruppi armati, dediti al banditismo e derivanti dalla frammentazione dei movimenti guerriglieri originariamente legati all’MFDC (Mouvement des Forces Démocratiques de la Casamance), movimento armato per la secessione della Casamance dal Senegal. Per questo motivo, a molti richiedenti asilo provenienti da questa Regione è stata concessa la protezione sussidiaria, si vedano i casi qui.


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