Lasciando stare i proclami (ampiamente smentiti dai fatti) che vogliono gli stranieri, e in particolare i migranti, come gli “untori” dai quali bisogna guardarsi per salvarsi dalla minaccia del Covid-19, non si può negare che la gestione dell’epidemia negli altri Paesi può potenzialmente porre molti problemi per chi torna da un periodo all’estero e per chi con questi viene in contatto.
Ad esempio, è notizia di queste ultime settimane la nascita di nuovi focolai partiti da persone (giovani e meno giovani) che hanno contratto il virus durante una vacanza all’estero, in territori in cui la situazione è meno sotto controllo che in Italia e in un clima vacanziero dove l’”autocontrollo” mantenuto in questi mesi tra mascherine, social distancing e pratiche igienico-sanitarie diventa (colpevolmente ma forse giocoforza) più lasco.
Le istituzioni, consapevoli del rischio, stanno cercando di prendere tutte le dovute cautele per affrontare al meglio la situazione e informare i cittadini sui passi da fare per contribuire a limitare, per quanto possibile, i danni. Tra questi la Regione Umbria, che ricorda cosa bisogna fare se si torna dall’estero o si ospita qualcuno rientrato in Italia da un altro Paese:
- consultare il sito del Ministero della Salute per informazioni ed aggiornamenti sulle condizioni per chi viaggia in UE e fuori dall’Unione;
- chiamare il numero verde 800.63.63.63 per avere informazioni su come contenere i rischi di contagio;
- scrivere una mail alla ASL di competenza agli indirizzi:
- prevenzione@uslumbria1.it per gli abitanti di questi comuni
- prevenzione@uslumbria2.it per gli abitanti di questi comuni
Qui sotto le infografiche multilingue messe a disposizione della Regione in Inglese, Spagnolo, Francese, Arabo, Cinese, Bangla, Albanese, Romeno ed Italiano.









Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.