Perugia sede di due giornate formative per Messaggeri Positivi
Il dibattito sulle espressioni di incitamento all’odio, o hate speech, coinvolge ormai istituzioni, fruitori della rete e società civile e sarà capitato a molti lettori di sentirne parlare. L’hate speech utilizza un linguaggio violento e tagliente, che ha l’obiettivo di ridicolizzare e denigrare le proprie vittime e per l’autore di messaggi d’odio diventa spesso un mezzo per attirare attenzione su di sé. Ne fanno le spese soprattutto personaggi pubblici – sono state oggetto di aggressioni verbali e commenti sessisti, ad esempio, la presidente della Camera, Laura Boldrini e la campionessa paraolimpica Bebe Vio – migranti, richiedenti asilo, rifugiati, omosessuali e minoranze in genere.
È un fenomeno che diventa sempre più allarmante, con conseguenze serie sia online che offline: per questo è importante studiarlo e trovare narrazioni alternative.
Nel quadro delle iniziative volte a informare la società civile e formare i professionisti del settore della comunicazione si inserisce l’incontro formativo per Positive Messengers, che si è tenuto il 27 e 28 settembre a Perugia. L’evento è nato nel contesto delle attività di ricerca, formazione e sensibilizzazione realizzate dal progetto Coalition of Positive Messengers to Counter Online Hate Speech, co-finanziato dalla Commissione Europea, di cui FORMA.Azione srl – azienda umbra impegnata del campo della formazione – è partner. La giornata formativa era dedicata a operatori che lavorano nell’ambito dell’associazionismo, delle organizzazioni non governative, delle scuole, della comunicazione e a soggetti chiave delle comunità locali.
Relatori dell’evento sono stati: Giovanni Ziccardi, professore di Informatica Giuridica presso la Facoltà di Legge dell’Università di Milano e autore del libro L’odio on-line. Violenza verbale e ossessioni in rete; Gabriella Klein, professore in pensione di Linguistica presso l’Università degli Studi di Perugia e coordinatrice di numerosi progetti europei sul contrasto alla comunicazione razzista e xenofoba; Koffi Dossou, esperto di comunicazione in numerosi progetti europei sul contrasto alla comunicazione razzista e xenofoba; Alessandra Coppola, coordinatrice nazionale della campagna No Hate Speech Movement del Consiglio d’Europa e Presidente di APICE (Agenzia di Promozione Integrata per i Cittadini in Europa).
Definizione di hate speech e di pregiudizio, ruolo dei social media nell’amplificazione dei messaggi di odio e promozione di buone pratiche, quali prevenzione ed educazione, soprattutto nelle scuole: questi, alcuni degli argomenti affrontati durante le lezioni. Particolare attenzione è stata dedicata ai concetti di contro-narrazione e narrazione alternativa ai discorsi d’odio, teorizzati nel manuale We can! Taking Action against Hate Speech through Counter and Alternative Narratives, pubblicato dal Consiglio d’Europa.
Come si può rovesciare il punto di vista espresso in un messaggio negativo e trasformarlo in comunicazione positiva? Un’immagine che ritrae un barcone fatiscente mentre trasporta alcune decine di migranti e che riporta lo slogan “E se fossero terroristi? Rispediamoli indietro!”, può diventare: “E se fossero terroriZZATI? NON rispediamoli a casa”… fare appello alla propria creatività per immaginare una comunicazione alternativa è sempre la risposta efficace.
Per approfondire: http://positivemessengers.net/it/
Questo articolo è pubblicato anche sul portale nazionale Integrazione Migranti: http://www.integrazionemigranti.gov.it
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